Finalmente inserito nella pagina libri la mia opera prima “Quinto comandamento” uscita tantissimi anni fa.
Una mano esile afferra da un baule una bambola di stoffa e l’appoggia con cura su un tavolo, preoccupandosi di allargargli le braccia e le gambe.
Da un cassetto estrae un coltello da cucina che abbassa ripetutamente sulla bambola. Braccia e gambe si separano dal corpo. L’ultimo colpo è inferto alla testa che solleva in aria, ghermendola per i capelli.
La fa dondolare, come se fosse mossa da un alito di vento, poi inizia a bruciarle il viso con la fiamma di un accendino fino a quando l’odore di plastica bruciata si diffonde nella stanza.
La immerge in un secchio riempito d’acqua, poi l’appoggia nuovamente sul tavolo.
Da terra raccoglie un paio di forbici e gliele infila negli occhi. Ogni colpo è accompagnato da un grido straziante.
Poi scaraventa la testa e le forbici contro la parete.
Il thriller ambientato a Montelupo potrebbe tornare in una nuova veste grafica ed editoriale. E con un nuovo titolo.