Quinto Comandamento
Lingua: Italiano – Numero pagine: 352Trama
In una sera di dicembre, a pochi giorni dal Natale, il corpo di una ragazza viene ritrovato senza vita nel suo appartamento. La macchina delle indagini si mette subito in moto facendo riemergere dal passato due vecchi casi irrisolti: il rapimento della vittima avvenuto tre anni prima e la scomparsa di due giovani ragazze.
Per far luce sui fatti che hanno visto protagonista la ragazza uccisa, i due poliziotti incaricati di indagare decidono di rivolgersi ad un loro collega ormai in pensione. Quest’ultimo si mette subito all’opera. Le sue ricerche lo porteranno pericolosamente vicino alla verità…
Copertina realizzata da Sara Gracci
INCIPIT
Prologo
La televisione è accesa sulle previsioni del tempo e il meteorologo sta informando i cittadini in ascolto che pioverà anche nei prossimi due giorni.
Al centro della stanza: un tavolo di quercia con due sedie, una lattina di coca-cola e una scodella vuota. Nell’appartamento aleggia un odore di chiuso, come nei luoghi che per una buona parte dell’anno rimangono deserti, che si mescola all’afrore dei cibi avariati, proveniente sia dal frigorifero che dalla pattumiera posta in un angolo della cucina. Il salotto si affaccia su un corridoio stretto e lungo, in cui l’unica fonte di luce è data da una lampadina a bassa potenza che pende dal soffitto. Sul lato destro, un bagno rivestito di mattonelle il cui colore è difficilmente identificabile per via dello strato di sudicio da cui sono ricoperte; sulla sinistra invece, si trova una camera contenente un ampio armadio a muro, un enorme letto di pino con copriletto marrone ed un piccolo bagno interno che alla prima occhiata sembra in condizioni migliori del precedente.
All’improvviso una sagoma scura attraversa a grandi falcate la stanza, ne esce e si dirige frettolosamente, come fosse in ritardo, verso la porta di casa, che un attimo dopo si richiude alle sue spalle.
Scende rapidamente le scale e si dirige verso il portone d’uscita dello stabile.
Attraversa la strada a passi svelti verso la macchina, apre la portiera e si lascia cadere sul sedile del guidatore. Guarda il parabrezza per un istante, poi accende il motore, immettendosi lentamente sulla via deserta.
Guida per una decina di minuti, poi parcheggia l’auto davanti a un negozio di estetica; scende di macchina e si infila in testa il cappuccio dell’impermeabile in modo da ripararsi dalla pioggia, che continua a cadere incessantemente sulla piccola cittadina.
Si guarda intorno, poi si avvia per la strada buia e bagnata.
1 – Giovedì 18 dicembre: ore 19.30
L’appartamento di Cinzia Tozzi è al terzo piano di un edificio non più nuovo a Montelupo Fiorentino. Ad esso si accede da un portone a vetri che si affaccia su di un atrio, illuminato a tratti da una lampada, che nel giro di pochi giorni si fulminerà.
Quando Cinzia apre l’uscio di casa per uscire constata che anche questa sera le scale sono avvolte nella semioscurità. Impreca, prende la pila che tiene a portata di mano sul mobile del telefono accanto alla porta, ed esce. Chiude a chiave la porta ed inizia a scendere lentamente le scale. Al quarto scalino si ferma, e si affaccia sulla ringhiera per accertarsi che non ci sia nessuno nell’atrio, ma non riesce a vedere niente: la tromba delle scale è ormai completamente avvolta nell’oscurità. Sembra tutto tranquillo e riprende a scendere le scale.
Al secondo piano, si arresta: un fascio di luce illumina le scale.
Qualcuno con una torcia in mano sta salendo con passi lenti.
«Signora Nardi, è lei?»
Nessuna risposta.
Torna di corsa verso il proprio appartamento. Cerca di aprire velocemente la porta ma le chiavi le scivolano di mano. Finalmente entra nell’appartamento, fa per chiudere la porta, ma una mano guantata, glielo impedisce, contrapponendosi al battente. Cinzia perde l’equilibrio e cade a terra. Inizia a strisciare con i gomiti appoggiati sul pavimento, mentre la figura estranea coperta con un passamontagna avanza verso di lei. Il suo indietreggiare viene arrestato dal divano. Con la voce di una bambina e le lacrime agli occhi inizia a supplicare: «Che cosa vuoi?». Gli getta la borsa ai piedi e gli dice che può prendere tutto… Lo sconosciuto scuote il capo ed estrae un coltello a serramanico puntandoglielo alla gola.
Una mano esile afferra da un baule una bambola di stoffa e l’appoggia con cura su un tavolo, preoccupandosi di allargargli le braccia e le gambe.
Da un cassetto estrae un coltello da cucina che abbassa ripetutamente sulla bambola. Braccia e gambe si separano dal corpo. L’ultimo colpo è inferto alla testa che solleva in aria, ghermendola per i capelli.
La fa dondolare, come se fosse mossa da un alito di vento, poi inizia a bruciarle il viso con la fiamma di un accendino fino a quando l’odore di plastica bruciata si diffonde nella stanza.
La immerge in un secchio riempito d’acqua, poi l’appoggia nuovamente sul tavolo.
Da terra raccoglie un paio di forbici e gliele infila negli occhi. Ogni colpo è accompagnato da un grido straziante.
Poi scaraventa la testa e le forbici contro la parete.
Presentazioni del Libro
Giubbe Rosse
17 Marzo 2006
Edicola Tra le Righe
26 Giugno 2005